L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
avanguardie e alla necessità di riunirsi in gruppo condivisa da futuristi, dadaisti, costruttivisti e surrealisti; ma anche alle avanguardie del secondo
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direzione artistica di Okwui Enwezor, curatore nigeriano-statunitense che volle al suo fianco un gruppo di colleghi di diversa formazione e provenienza
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messa in scena avviò la riflessione su alcuni quesiti di primaria importanza, come il chiedersi che cosa significhi far parte di un gruppo etnico, di
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come quella di cercare un ago in un pagliaio. Ma al contempo l’artista francese sta anche raccontandoci quanto un gruppo possa venire unito da un
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è protagonista, ma in effetti risultano spesso vincenti le dinamiche di gruppo. Anche gli artisti abbandonano sovente il proprio sentire individuale e
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creare figure al limite del mostruoso; a Klossowski e Balthus, che hanno ripensato il surrealismo con risvolti erotici ed esoterici; al folto gruppo
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appartiene a un gruppo che a esso richiede anzitutto di generare.
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’arte cinetica e programmata, a cui fanno capo collettivi come la Zero Gruppe di Düsseldorf e il Gruppo T di Milano e artisti singoli come Paolo
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Nel giro di pochi mesi la critica individuò un gruppo minimalista omogeneo, formato da artisti quali Carl Andre, Dan Flavin, Donald Judd, Sol LeWitt
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movimento europeo Fluxus e al gruppo inglese Art e Language: il fare non consisteva tanto in un risultato oggettuale, quanto piuttosto in una spinta
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sociologo Richard Sennett ha definito «uomo artigiano» la cui attività si espleta spesso in gruppo. Dalla pittura sui vasi a quella sui muri, dalla
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intonare una canzone di Madonna. Ha così ricreato un ritratto vocale della cantante nato dal modo in cui la imita un gruppo di suoi ammiratori
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là di ogni singolo gruppo di artisti e di ogni singola novità, viviamo appunto in un flusso di idee, di fatti, di saperi, di mentalità, di culture
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seguito la mostra è diventata un luogo dove gli artisti delle avanguardie storiche hanno esposto il proprio modo di esprimersi come gruppo e di
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sostenere le iniziative del gruppo. Paradigmatica a questo proposito l'attività, in Europa, di Michel Tapié come promotore dell'informale dai secondi anni
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case a Gent (da sempre la sua città), un gruppo di artisti, che finirono per stravolgere quelle abitazioni facendone le sedi delle loro installazioni
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Heartfield e altri membri del gruppo come un Gesamtkunstwerk che raccoglieva dipinti, collage, assemblaggi, manifesti, copie di quadri antichi
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al gruppo impressionista, rifiutato al Salon ufficiale, una sorta di autogestione; i Salon, d’altra parte, prevedevano da sempre la presenza di
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Hirst, diede i natali al gruppo poi diventato famoso come Young British Artists.
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riuniscono in gruppo dando vita a enti e associazioni non profit. Pensiamo alla storica Dia Foundation, che tra gli anni Sessanta e Settanta permise la
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